I segni della santità

Il primo grande segno

Udienza su invito di Giovanni Paolo II

Il 16 ottobre 1978 fu eletto Papa Karol Wojtyla. Il primo viaggio pastorale di Giovanni Paolo II al di fuori dell’Italia avvenne il 25 gennaio 1979 visitando la Repubblica Dominicana, Messico e Bahamas. Subito dopo il 2 giugno 1979, andò in Polonia a salutare il suo popolo che aveva lasciato, sicuro di ritornarvi ancora da Cardinale. In quella circostanza, si vide in televisione che tutti, nel salutarlo, gli offrivano tanti doni, dal quadro alla cesta di frutta. Questa circostanza colpì talmente Claudio, il papà di Paola, che avendo predisposto, per il primo anniversario della morte di Paola il libro: "Dialogo con Paola – Documenti di vita", pensò di offrire in dono, al Pontefice, qualcosa di a lui tanto caro e sofferto. Gli fu spedito il libro, senza nulla chiedere, ma soltanto come dono, accompagnato da una lettera.

Nel giro di pochi giorni, tramite l’Arcivescovo Guglielmo Motolese, arrivò la risposta del Santo Padre che invitava Claudio e Lucia a partecipare ad una messa da lui celebrata.

La risposta dei genitori di Paola non tardò ad arrivare.

In occasione di tale invito, Claudio e Lucia cominciarono a pensare a quale dono offrire al Pontefice. Nei pensieri dell’uomo c’è sempre il pensiero di Dio. Non fu difficile decidere di far realizzare quel Cristo che, appena chiusa la scuola e poco prima di partire per le vacanze, a casa Paola aveva iniziato a modellare con l’argilla. Ultimata l’opera, fu fatto costruire lo scrigno in legno, perimetrato da un cordone con fiocchi e maniglia, rivestito all’interno di velluto nero, per contenere il modello unico del Cristo in ceramica.

Vari fatti accaddero nel tempo trascorso dall’invito, all'arrivo dei genitori al suo cospetto. Il più grave quello del 13 maggio 1981, quando il Papa subì un attentato quasi mortale da parte di Mehmet Ali Agca, un killer professionista, che gli sparò due colpi di pistola in piazza San Pietro, pochi minuti dopo che egli v’era entrato per un’udienza generale, colpendolo all’addome. Paola diceva: "Il difficile non esiste, l’impossibile richiede solo un po’ di tempo" e così fu. Il giorno dell'udienza arrivò, ed anche l’impossibile accadde.

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È doveroso riferire che il suddetto Crocifisso realizzato in legno verniciato giallo oro, la cui altezza nel punto più alto misura 5,00 metri, in data 29 ottobre 1989, in occasione della visita pastorale a Taranto di Giovanni Paolo II, fu collocato sul palco allo stadio Jacovone per la celebrazione della Santa Messa e donato alla Chiesa di Taranto dal Sindaco del tempo prof. Mario Guadagnolo.

Poiché era in fase di  progettazione la Chiesa "Spirito Santo", si ritenne  giusto  adeguare lo spazio interno, per dare una degna sistemazione a questa bella opera. Oggi quel Crocifisso, collocato sullo sfondo a sinistra di chi osserva l’altare della chiesa Spirito Santo  ove campeggia in un grande triangolo equilatero la raffigurazione delle tre persone dell'unica sostanza, che visualizza al suo interno la Croce con il Cristo a braccia aperte "in efficace chiave moderna", come afferma il Cardinale Dionigi Tettamanzi. Raffigurazione, che coglie più che l’umana sofferenza storicamente rappresentata, l’intimo significato della Sua realtà Divina attraverso le triangolarità che lo compongono.

Qui finisce la storia del Crocifisso, ideato da Paola, ma che non ha potuto vederne la realizzazione.

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Il secondo segno

Un “concorso” sulla vita di Paola

Una adesione superlativa ottenne il concorso "Una primavera chiamata Paola" indetto dalle Figlie di Maria Ausiliatrice dell'Ispettoria Meridionale nell'anno scolastico 1982/1983. La radio libera Salesiana “Antenna Don Bosco" di Bova Marina aveva suscitato vasta risonanza in tutta la Calabria e la Sicilia orientale ed erano già stati pubblicati i primi due libri su Paola. Le "Figlie di Maria Ausiliatrice" dette anche "Salesiane di Don Bosco" avevano nel 1982 ben 26 case od opere, con 310 suore e un mare di gioventù tra scuole e tutti i grandi oratori e centri giovanili. Portavano stampato in cuore quel “da mihi animas, cetera tolle" che era sempre stato il principio guida, l'ansia apostolica di Don Bosco. Furono coinvolte opere, suore e la loro gioventù: una moltitudine. L'Ispettrice Suor Lucia Rizzo, con sede a Taranto, conosceva Paola e la sua storia. Aveva certamente letto il libro di Don Franco Solarino e di Don L'Arco. Andando in visita alle Case delle Figlie di Maria Ausiliatrice della sua giurisdizione, doveva aver avuto notizia di "Radio Don Bosco" di Bova Marina, là dove giungeva l'antenna salesiana, perciò si dimostrò dispostissima al bel progetto di regalare alle giovani della Calabria, Basilicata e Puglia il "Modello Paola", lanciare cioè il Concorso, che avrebbe coperto l'anno scolastico 1982/1983. La segretaria ne diede comunicazione ai coniugi Adamo, invitandoli ad un colloquio, avendo già un abbozzo di programma ben delineato.

Il 24 ottobre 1982, dopo una solenne liturgia nella Parrocchia salesiana di San Giovanni Bosco in Taranto, la folla delle partecipanti si riversò nel vicino Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatriceper l'inaugurazione ufficiale del "Concorso" che avrebbe impegnato, nell'anno scolastico 1982/1983, alunne e oratoriane di IV e V Elementare, ragazze della Scuola Media e adolescenti della scuola superiore e dei centri giovanili. Fu distribuito a tutte un foglio esplicativo che indicava modalità e finalità di svolgimento del Concorso.

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L’adesione al concorso fu massiccia, sì che in chiusura si dovette distribuire la massa delle partecipanti in due giornate: il primo maggio e il 29 dello stesso mese. Due giornate vissute all’insegna della gioia. Papà Claudio annotò nel suo diario:

Indescrivibile l’entusiasmo, l’esplosione d’affetto, incontenibile l’amore per Paola. È una festa di sana gioventù, ribollente di stupefacenti sentimenti, di gioventù entusiasta per aver trovato la propria identità in un modello, per aver ritrovato l’entusiasmo di sé.

Una valanga di disegni, quiz, rebus, lettere, poesie, pitture, diapomontaggi, filmine, films, balli, canti, recite, mimi, stampe, articoli. Una infinità di espressioni...

Pensiamo che il Signore, generoso e buono oltre ogni limite, offrendoci tanta abbondanza, voglia forse aiutarci a leggere i suoi disegni, vuole farci attenti alla voce di Paola che ancora ci parla; vuole farci comprendere che ha gradito il dono del nostro dolore.

La massa delle ragazze torna a casa con il poster di Paola e sventolando il foulard con la scritta “Una Primavera chiamata Paola” perché è ancora lei ad augurare a tutte di camminare nella gioia. Di seguito le relazioni conclusive del concorso:

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Il terzo segno

Paola valica gli oceani

Paola ha fatto registrare, tra gli adolescenti e i giovani del Brasile, lo stesso immediato impatto di simpatia, di ammirazione e di consenso che si era verificato in Italia. Protagoniste di questa missione, ancora una volta, alcune Figlie di Maria Ausiliatrice venute a Roma dal Brasile. Affascinate dalla vicenda di Paola e desiderose di interessarne la gioventù brasiliana, si sono adoperate per ottenere la traduzione in portoghese del volumetto "Paola Adamo - Qui e al di là del sole" di M. D. Grassiano e nel 1998 la tipografia "Città Nuova" di Roma stampò un agile volumetto dal titolo "Paola Adamo - Aqui e para là do sol". Libri e poster di Paola spediti in Brasile si esaurirono ben presto. Ma il fervore delle suore e le iniziative pastorali di notevole spessore messe in atto ebbero un impatto straordinario.

Anche in Perù è spuntato un nuovo germogiio che testimonia la continua e graduale diffusione della conoscenza di Paola. Pioniera e sostenitrice di questa nuova presenza, Suor Victoria Rivera Diaz, dell'Ispettoria peruviana delle Suore Salesiane di Don Bosco. In data 3 marzo 2007, ci scrive perché molto interessata a comunicare la bellezza della vita della cara Paola. Provvidenziale per lei è stata la scoperta del sito web. Pronta ed esauriente la risposta dell'E-laboratorio "Amici di Paola Adamo" che si è attivato per favorire e incoraggiare lo sviluppo di questo nuovo germoglio. I risultati non sono mancati. Si è avviato un dialogo con questo nuovo fronte in terra peruviana che ha già prodotto frutti maturi: l'impegno di avviare la traduzione in lingua spagnola del libretto "Paola Adamo - Qui e al di là del sole", l'interesse crescente delle ragazze e delle insegnanti per conoscere la bellezza della vita della vostra Paola e la segnalazione particolare di una giovinetta di 16 anni, Corina Gervasi Diaz, che diventerà una appassionata ammiratrice di Paola, testimone eccellente dell'incidenza benefica che suscita Paola nel cuore degli adolescenti e giovani di ogni continente. Così scrive Corina Gervasi Diaz alla mamma di Paola:

Ho portato con me tutto il tempo il libro di Paola: lei ha viaggiato con me tutto il tempo, ed è arrivata alla meraviglia del mondo: Machu Picchu! Anche ho fatto impostare l'immagine di Machu Picchu che ti mettono nel passaporto, nel libro di Paola. Così che "Ciao gente... Sono Paola" è peruvianissimo adesso, ma anche un po' vecchio e mi piace così, mi fa sentire che l'ho avuto vicino per molto tempo. Che lo, che lo vedo, che lo tocco, che lo sento e sopratutto, che mi aiuta a parlare con Paola

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Anche l'Africa ha accolto, in rapida successione, il messaggio esemplare di vita di Paola Adamo. Kenya, Uganda, Tanzania, Angola, Mozambico e Isola Maurizio sono le regioni fortunate nelle quali Paola è ormai di casa. Padre Marino Gemma, missionario della Consolata di Torino, ha sposato in pieno la causa di Paola. Ci scrive da Maralal:

Non potete immaginare di come sono entusiasta nel presentare Paola ai ragazzi. È proprio vero che se credi in Dio hai in pugno tutto e Paola ha saputo conquistare anche ragazze africane. Da parte mia, invoco sempre la cara Paola di proteggere questi ragazzi e giovani che hanno sete di Dio, affinché possano trarre un esempio da lei.

Chiesta l'autorizzazione, si impegna a far tradurre in inglese il libro "Paola Adamo - Qui e al di là del sole". Nei primi mesi del 1999, la "Ruby Printers Kenya LTD" di Nairobi sfornò un elegante opuscolo dal titolo "Paola Adamo - Herc and Beyond thè Sun". Quando, con la traduzione in lingua inglese, le ragazze e i giovani africani hanno potuto conoscere dal vivo l'esemplare identità dell'adolescente Paola, ne sono rimasti affascinati. Padre Marino Gemma è un appassionato di Paola. Mosso da questa certezza e pensando ai giovani bisognosi di modelli autentici di vita cristiana, si impegnò a presentare Paola alla gioventù dell'Africa quale modello credibile e affascinante, che può essere guida sulla strada della virtù e del progresso sociale. Questa prima testimonianza dall'Africa conferma che l'impatto positivo di una vita cristiana esemplare non ha frontiere e ovunque, mette subito radici. Le tante occupazioni di Padre Gemma e il successivo suo trasferimento da Maralal a Nairobi non gli fanno dimenticare Paola nella quale, egli afferma, di aver colto una dimensione missionaria. Si deve a questo spirito missionario il proposito di presentare la figura di Paola in chiave africana, senza nulla cambiare dell'originale, affinché possa attrarre i giovani dell'Est Africa.

Ancora un passo in avanti: dal Kenya in Mozambico e dal Mozambico in Angola. Protagonista e animatrice di questa pacifica e provvidenziale conquista è stata Suor Isoleta Do Nascimento, nata nel Brasile, suora salesiana di Don Bosco, missionaria in Mozambico. Un lungo carteggio intercorso tra la Suora e i genitori di Paola, è documento prezioso non solo degli avvenimenti straordinari verificatisi in quelle terre lontane e attribuiti all'intercessione di Paola, ma anche delle opere concrete realizzate che oggi, sono centri sicuri di promozione umana dove schiere festanti di fanciulle e giovani donne ritrovano la gioia della vita sotto lo sguardo sorridente di Paola Adamo. Da Maputo in Mozambico, in data 14 luglio 1999, Suor Isoleta scriveva così ai coniugi Adamo:

Con piacere vi dico che Paola Adamo è arrivata in Africa. Mi sono commossa davanti a questa ragazza che in una breve vita ha vissuto in tanta pienezza! Il nostro Centro è per ragazzi, ma l'esempio di Paola non è solo per le ragazze. I ragazzi hanno bisogno di esempi di "donna forte" per essere spinti al bene e al bello, per la vita in pienezza, e Paola c'insegna e ci spinge.

Un valido sussidio le permise di far conoscere Paola anche ai suoi ragazzi e giovani. Mozambico ed Angola erano stale colonie del Portogallo e fu per lei un vantaggio poter distribuire il libretto di Paola tradotto in lingua portoghese.

Nell'autunno del 1999 Suor Isoleta, dopo 15 anni di permanenza in Mozambico, veniva trasferita a Luanda, in Angola. Anche in questa nazione, provata da una guerra fratricida durata oltre quaranta anni, "Paola ha mostrato la sua protezione”. Questa l'espressione di stupore usata da Suor Isoleta quando ci descrive l'intervento efficace di Paola nel risolvere una situazione di prolungato disagio:

Da più di dieci anni, le suore cercavano invano un terreno o una casa per farne la sede dell'Ispettoria. Nei miei dialoghi con Paola ho detto: "Paola, pensaci tu”. Quattro mesi dopo, non solo ho trovato un terreno, ma una piccola scuola tutta rovinata per il vandalismo della popolazione. Ho detto a Madre Antonia Colombo, la Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che era una opportunità da non perdere, perché possiamo restaurare le aule che serviranno per un piccolo centro di promozione umana e sociale per le giovani donne, avremo inoltre anche un bel pezzo di terra per costruire la nostra casa

La situazione economica gravava pesantemente su quel "sogno", ma come in tante altre situazioni di difficoltà, si manifestò, tangibile, l'intervento di Paola, invocata con amore da Suor Isoleta. Suor Isoleta, intraprendente come sempre, ebbe il coraggio di chiedere agli architetti Claudio e Lucia Adamo il dono della pianta architettonica del Progetto. Immediato il consenso e dopo uno scambio di foto e disegni, i lavori di costruzione ebbero inizio. E i gravosi costi dell'opera? La soluzione ci fu, e si palesò concreta e superlativa. Un'impresa angolana di petrolio sarà il pagatore di tutte le spese. Il lavoro sarà fatto. Il centro di promozione umana e sociale e la residenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice sono oggi una consolante realtà. Suor Isoleta ha espresso la volontà di intitolarlo a Paola Adamo.

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Come sia giunto invece, nell'Isola Maurizio, il messaggio della vita di Paola, resta un mistero. Il fatto è che, inaspettatamente, ci è stata trasmessa una lettera, scritta in lingua francese, di un certo Jean Lue Lagamelle che parlava esattamente di Paola e di una sua santità da altare: "Paola avrà mandato certamente il suo Angelo custode" ci scrisse Suor M. D. Grassiano, l'autrice del libretto "Paola Adamo - Qui e al di là del sole". Si è così aperto un nuovo filone di conoscenza di Paola e dalle testimonianze scritte che ci sono giunte, Jean Lue si è rivelato come il provvidenziale apostolo per diffondere il messaggio di vita di Paola in quella lontana isola. L'entusiasmo di Jean Lue, dopo aver ricevuto la foto di Paola e alcune notizie su di lei, scritte francese, è alle stelle! La risposta rivela la sua grande gioia:

Relativamente alla fotografia di Paola, posso dire che lei ha un viso d'angelo con la santità che le brilla negli occhi. Non vi sono dubbi! È morta in odore di santità, è per questo che si manifesta a molti col profumo inspiegabile a ondate, di gioia pura: ciò è segno della sua santità e felicità.

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Altri segni tangibili

Taranto, città in cui Paola è cresciuta

Nella parrocchia di Santa Maria del Galeso, il 9 marzo 1997, durante la benedizione delle nuove campane dedicate alla Madonna di Pompei, è stato dato il nome “Paola” alla terza campana.

Nella cappella del Santissimo Sacramento della parrocchia di Sant’Antonio, è inciso il motto di Paola sullla fascia dorata che cinge l’ambiente: “Se credi in dio hai il mondo in pugno”.

Nella parrocchia dello Spirito Santo, oltre alla presenza del grande Cristo realizzato sul bozzetto di Paola, sul lato destro dell’altare vi è un bassorilievo realizzato in ceramica. Esso rappresenta Paola illuminata dallo Spirito Santo e seguita da una schiera di giovani.

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